Apollinaire Poesie - CULTURA & SVAGO. Apollinaire G. Ma avevo coscienza delle differenti eternit. Due animali dissimili s'accoppiavano e i rosaipropagginavano pergolati appesantiti da grappoli di lune. Dalla goladella scimmia uscirono fiamme che gigliarono il mondo. Piove piove, sui campanili di Pisa un nubifragio e io seduto in questa stanzetta a tre passi dal cielo sento la pioggia e penso potrei stare peggio potrei stare in. GIUSEPPE GENTILI, UNO SCULTORE PER L’AQUILA ( Indirizzo e-mail protetto dal bots spam, deve abilitare Javascript per vederlo tel. Nei mirtetibiancheggiava un ermellino. Gli chiedemmo la ragione del falsoinverno. Inghiottii greggi bruciate dal sole. All'orizzonte apparve. Orkenigia. Ci dirigemmo verso quella citt. Ma meraviglioso erail canto dei campi arati. Roberto Braida nasce a La Spezia nel 1953. Si dedica fin da giovanissimo al disegno e alla pittura; ottimo disegnatore, perfeziona le pi Il bidone, regia di Federico Fellini; Poveri ma belli, regia di Dino Risi; Orlando e i paladini di Francia, regia di Pietro Francisci (1956) Sette canzoni per sette. Io e te, mio bene segreto, Come i gamberi ce n'andiamo A culo indietro, a culo. Le due parti dell’Enrico IV sono un racconto, in forma teatrale, della storia d’Inghilterra tra il 1399 e il 1413, le. La Vita in Diretta riparte da Amatrice e promette aggiornamenti dai luoghi del sisma il 24 di ogni mese, per non dimenticare. E’ un itinerario rivolto, pertanto, a chi Dalle porte d'Orkenigia. Vuole entrare un conducente. Dalle porte d'Orkenigia. Vuole uscirsene un pezzente. Il cielo allattava i suoi gattopardi. Mi scorsi allora sulla manomacchie cremisi. Sul far del mattino, dei pirati si portarono via novebastimenti ancorati in porto. I monarchi si rallegravano. E le donnenon volevano piangere nessun morto. Loro preferiscono i vecchi re,pi. Un sacrificatore desider. Gli aprirono il ventre. Vi vidiquattro I, quattro O, quattro D. Ci servirono carne fresca e subitocrebbi dopo averne mangiata. Scimmie simili ai loro alberi violavanoantiche tombe. Chiamai una di quelle bestie su cui spuntavano foglied'alloro. La presi in braccioe la interrogai dopo averla minacciata di ributtarla in mare se non miavesse risposto. Era una perla ignorante e il mare la inghiott. Due animali dissimili si amavano. Tuttavia solo i re nonmorivano di quel ridere e venti sarti ciechi vennero per tagliare ecucire un velo destinato a coprire la sardonica. Li diressi io stesso, aculo indietro. Verso sera, gli alberi presero il volo, le scimmiedivennero immobili, e io mi vidi centuplicato. La torma ch'io erosedette in riva al mare. Grandi bastimenti d'oro passavanoall'orizzonte. E quando la notte fu piena, cento fiamme mi si feceroincontro. Procreai cento maschietti che ebbero per balie la luna e lacollina. Essi amarono i re disossati che venivano agitati sui balconi. Giunto in riva a un fiume, lo presi a due mani e lo brandii. Quellaspada mi disset. E la fonte languente m'avvert. Centuplicato,nuotai verso un arcipelago. Cento marinai mi accolsero, e condottomiin un palazzo, l. Scoppiai dal ridere inquel momento e danzai mentre loro piangevano. Danzai a quattrozampe. I marinai non osavano pi. Poi mi rialzai per danzarecome le mani e le foglie. Avevo i guanti. Gli isolani mi portarono nei loro frutteti perch. E l'isola, alla deriva, and. Una bestiamolle coperta di piume bianche cantava ineffabilmente e tutto unpopolo la ammirava senza stancarsi. Ritrovai sul suolo la testa fattad'una sola perla che piangeva. Brandii il fiume e la folla si disperse. Dei vecchi mangiavano l'appio e immortali non soffrivano pi. Mi sentii libero, libero come un fiore nella sua stagione. Un gregge d'alberi brucava lestelle invisibili e l'aurora dava la mano alla tempesta. Nei mirteti, sisubiva l'influsso dell'ombra. Tutto un popolo stipato in un frantoiosanguinava cantando. Uomini nacquero dal liquore che colava daltorchio. Brandivano altri fiumi che cozzavano con suono argentino. Le ombre uscirono dai mirteti e se ne andarono nei giardinetti irroratida una polla d'occhi d'uomini e di bestie. In ginocchio, mi mostr. Ne uscirono suoni che si mutarono in serpenti colordelle castagne e la loro lingua si chiamava Santa Fabeau. Dissotterrarono una radice trasparente e ne mangiarono un poco. Era grossa come una rapa. E il mio fiume in riposo li superammoll. Maledicevo gli astri indegniche lasciavano colare in terra il loro chiarore. Ma canti si alzavano da ogni parte. Raccolsi le corone di tutti i re ene feci il ministro impassibile del mondo loquace. Bastimenti d'oro,senza marinai, passavano all'orizzonte. Ombre gigantesche siprofilavano sulle vele lontane. Parecchi secoli mi separavano daquelle ombre. Ma avevo coscienza delle differentieternit. Ombre dissimili oscuravano col loroamore lo scarlatto delle velature, mentre i miei occhi si moltiplicavanonei fiumi, nelle citt.
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January 2017
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